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Florence Di Benedetto e il Premio Combat

Tratto da: https://www.premiocombat.it/

L’opera parla chiaro: si tratta di un’enorme capsula rigida di 160 cm di lunghezza per 60 cm di diametro di Prozac, il farmaco che nel corso degli anni si è conquistato la fama di antidepressivo per antonomasia. Introdotto sul mercato degli Stati Uniti nel 1988 e l’anno dopo in Europa, ottiene un successo immediato, diventando presto durante gli anni ’90, anche grazie a un efficace marketing culturale, un prodotto di moda. Il Prozac entra così a fare parte del lessico e delle abitudini quotidiane, tanto da rappresentare addirittura uno stile di vita. Happiness 2020 è un’icona: è immediatamente riconoscibile, perché uguale in tutto il mondo, rifugio di più generazioni, esteticamente perfetta, estremamente gradevole alla vista, liscia e lucida. L’opera intende però allontanarsi dai riferimenti prettamente neo-pop, per immergersi nel contemporaneo e confrontarsi con la storia più attuale. Così come le linee pulite e le forme semplici potrebbero alludere a una vicinanza con il mondo del design, a rendere l’opera a tutti gli effetti una scultura è il suo speciale basamento: un tipico carrello medico, di metallo grigio, uno di quelli che si usano per trasportare le medicine negli ospedali. Ma Happiness 2020 è anche un ossimoro, una contraddizione in termini, poiché si sa, il 2020 rimarrà nei libri di storia come l’annus horribilis della pandemia da Corona Virus. La paura della malattia, l’ansia del contagio, le limitazioni, le incertezze e uno stato di precarietà permanente hanno contribuito a fare arrivare ai primi posti nella classifica dei farmaci più venduti proprio gli antidepressivi, accrescendo considerevolmente il loro consumo. Florence Di Benedetto scava dunque nei suoi ricordi, li rielabora e li rende condizione comune, capace di parlare a tutti, in maniera indistinta. Fedele al suo linguaggio apparentemente giocoso, l’artista ci porta a fare i conti con il nostro vissuto e le nostre emozioni, fino a farci addentrare nei pensieri più intimi della nostra mente. L’opera si fa specchio di noi stessi e ci mette di fronte a un’altra felicità, a un’altra sua formula, ugualmente possibile e non per questo meno vitale. Una felicità chimica.
https://drive.google.com/file/d/1BUjLekyNl4TI4elRefYBqGHJuaHphftT/view?usp=sharing
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Florence Di Benedetto nasce a Bari nel 1975. Vive e lavora a Milano.
Mostre Personali
2019 Milano, There is beauty in everything, Galleria Glauco Cavaciuti
2017 Milano, Dettagli, Galleria Glauco Cavaciuti
2015 Milano, Strade, Galleria Francesco Zanuso
2014 New York, Fu Xin Gallery
2012 Roma, Bravo Charlie, Galleria Il Sole Arte Contemporanea
2011 Milano, Galleria Glauco Cavaciuti
2010 Milano, Off Duty, Galleria Glauco Cavaciuti
2009 Roma, Be inspired, Galleria Il Sole Arte Contemporanea
2008 Shanghai, Florence-Shanghai, Fu Xin Gallery
Roma, Streetwise Manhattan, Galleria Il Sole Arte Contemporanea
2004 Londra, B819871, Artbar
Roma, Another time another place, Arte zen
2003 Milano, National Blv, Arte zen
Milano, Itinerari istantanei, Galleria Openmind

Mostre Collettive principali
2020 Roma, Reflecting Reality, Galleria Valentina Bonomo
2011 Venezia, Arte Laguna Prize, rosa dei candidati
2010 Roma, Linea minima, Galleria Il Sole Arte Contemporanea
Milano, Collettiva d’arte contemporanea, Galleria Spazio Solferino
2009 Milano, Collezione Piccola Italia, Galleria Little Italy
Roma, Il Muro di Berlino, Galleria 196
Milano, God Bless America, Galleria Little Italy
2008 Roma, Rosso, Galleria 196
Roma, Big/Small, Galleria Il Sole Arte Contemporanea
2007 Roma, Segno figura, Galleria Il Sole Arte Contemporanea
Biella, Carosello italiano, Palazzo Boglietti
2006 Roma, Family Portraits, Galleria 196
2003 Milano, Appunti di vista, Galleria La Posteria
2002 Paris, Reflets de Femme, Galerie Caractere
Arezzo, Il mio paesaggio, Palazzo Granducale di Foiano
Modena, Il Senso dello spazio, Palazzo Ducale di Pavullo
2001 Milano, Piccolo Blu, Piccolo Teatro
Brescia, Ritrovarsi allo specchio, Museo Ken Damy di Fotografia Contemporanea