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La pittura è viva e prende il caffè: incontro con Alessandra Gasparini
18 Ottobre 2024
LA PITTURA E’ VIVA E PRENDE IL CAFFE’
La curatrice Alessandra Redaelli incontra l’artista Alessandra Gasparini.
L’evento si terrà presso la nostra galleria in Via Chiabrera 33r, nel centro storico di Genova.
Riportiamo di seguito un estratto del testo critico della mostra, redatto da Alessandra Redaelli:
“Alessandra Gasparini possiede un mondo, dentro, così imponente e così gremito di suggestioni e di immagini che quando sgorga sulla tela vi si distende in narrazioni complesse, impossibili a cogliersi al primo sguardo.
Dipinti dalla costruzione lenta, impeccabili nella concatenazione dei nessi logici e tuttavia pregni di un’istintualità che non passa inosservata, di una creatività selvaggia, che è poi l’ingrediente dell’incanto. “Un continuo baratto tra la mia mente e il quadro”, così l’artista definisce il processo creativo.
Con un primo progetto mentale e un primo abbozzo volutamente grossolano, poco dettagliato, perché paradossalmente è proprio il dettaglio qui a determinare lo spazio del gesto e della libertà, dell’improvvisazione, del pennello che va seguendo una sua musica interna.
E questo lasciarsi andare alla volontà della pittura è tale da costringerla, qualche volta, ad aggiungere un pezzo di tela, sotto al quadro iniziato. Perché la sua narrazione deve andare avanti e non si può arrestare.
Del resto Gasparini appare proprio così: istinto e ragione, Sturm und Drang e Encyclopédie. Opposti che si incontrano sulle tele nel dialogo serrato tra la minuzia chirurgica del dettaglio e il gesto astratto, libero, che spesso Gasparini riserva ai bordi.
Perché lei si è innamorata del disegno da piccola, ma poi ha saputo andare oltre, scegliendo di approfondire l’astrazione per entrare dentro al colore, ma soprattutto per imparare a destrutturare la realtà, per scompaginare la visione e trovare così la propria voce autentica.
Protagonisti della sua pittura sono i bambini. Mai scelti a caso, belli di una bellezza niente affatto leziosa ma piuttosto aspra, ruvida; capaci di sguardi che ci costringono a interrogarci. Bambini che non hanno ancora perso la capacità di credere in sé tipica dell’infanzia, il senso di onnipotenza che inchioda l’adulto alla relatività delle proprie convinzioni. Non ancora umani, come li definisce l’artista, certamente non ancora addomesticati dalla maschera dell’adultità.”