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Frammenti di un ricordo
26 Giugno 2020 @ 20:00 - 25 Luglio 2020 @ 22:00

Il 26 giugno a Genova si terrà il grande evento collettivo FOCUS GENOVA, premio assegnato nell’ambito di Arteam Cup 2019.
Sei artisti sono stati selezionati per altrettante personali in gallerie di Genova, per un progetto condiviso e congiunto in città con un opening collettivo, in cui ciascun artista vincitore realizzerà una personale in una delle gallerie genovesi aderenti al Focus: ABC Arte, Guidi&Schoen Arte Contemporanea, Prisma Studio, Studio Rossetti, Unimedia Modern Contemporary Art e VisionQuest 4rosso – Contemporary Photography.Giovedì 20 marzo 2020 alle ore 17.30 la Galleria Studio Rossetti è lieta di invitarvi all’inaugurazione della mostra Fabrizio Ferrari: Frammenti di un ricordo. Fabrizio Ferrari. Nelle “assenze”… Un nuovo orizzonte di Matteo Galbiati
Fabrizio Ferrari è un artista che non accetta compromessi rispetto il proprio operare, la sua ispirazione, infatti, alimenta la sorgente del proprio fare fagocitando, spesso, cicli di lavori precedenti. L’atto pittorico in lui conquista un’essenza in una costante e iterata, sempre possibile e attivabile, rigenerazione di quanto già fatto che, destrutturato, scolorito, ridipinto, distrutto o riassemblato, accede ad una nuova natura, riverberandosi nei confini di un’altrettanto nuova, inedita, opera. Il processo di azzeramento, che riabilita il gesto corrosivo in uno generativo, sposta l’assetto formale della sua pittura e del suo colore dalla manualità alla possibilità concreta di interagire diversamente con la struttura di un dipinto inteso non come fine dell’immagine, ma come principio di osservazione e manipolazione di qualcosa di impensato prima. |
Lo sfumato languore della sua pittura ridisegna sempre i confini di un immaginario che non ha l’ossessione della propria autoconservazione indeterminata e infinita, perché consapevolmente libero di esserci e proporsi altrimenti, così come di concedersi la possibilità di esaudirsi in una diversa volontà che ne ritrova la bellezza in un’opera che dovrà o potrà ancora esserci.
Ferrari abbandona la gelosia del creatore, la reverenza dell’intuito a favore della propria esternazione e, intelligentemente, avvia una speculazione fuori dagli schemi canonici. In un mondo ossessionato e soverchiato dalla ridondanza delle immagini, queste opere annullano gli orizzonti del visibile del nostro tempo, delle nostre memorie e delle nostre conoscenze per favorire attimi di pausa e rallentamento, in cui il pensiero recupera il legame con una più lenta e silenziosa riflessione. Il suo amore e la sua cura assecondano una logica affettiva che, pur seguendo le possibilità di un’attualità pittorica, riportano ad un tempo, ad una modalità di pensare al quadro di vecchia – diremmo romantica, se non fosse un termine troppo equivoco – tradizione. Il quadro diventa specchio della nostra condizione mentale, è sensibile, capace di proporsi in una modalità di superamento, quassi vera e propria espiazione, del visibile che, poco a poco, scolora nell’assenza e, in questa concessa sparizione, la visione si apre a spazi senza confini. L’atto pittorico fa convergere sulla sua superficie l’esito di una repentina cancellazione che, smarrendo l’identità del reale con un gesto di estinzione della verità tangibile e concreta, trasferisce, proprio in un peculiare e soffuso senso di assenza, l’identità poetica e lirica di nuovi possibili soggetti. La luce e l’ombra della pittura di Ferrari spezzano le abitudini e le convenzioni per rigenerare il vissuto, i ricordi e le esperienze individuali attraverso quell’inafferrabile interiorità nascosta, spesso inascoltata e inespressa, che alberga nell’animo di ciascuno di noi. Un parte che riscopriamo viva e sempre capace di dare passione ed emozione, avendo anche, come interlocutore, la complessità semplice di un quadro in bianco e nero. |